XII.

 

 MESSAGGIO DECRITTATO

       

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Mia cara,

       

rispondo alla tua ultima, per dirti che se potessi farei subito quanto mi chiedi. Purtroppo non posso e sono qui a parlarti del perché.

Intanto ho un mare di cose da fare per le mie solite incombenze  d'ufficio.  Qui  tutti dicono belle parole e però si  trasformerebbero in tappeto per il gusto di farsi calpestare dal direttore, se potessero, onde per cui non c'è speranza di cambiamenti. Tutto si riduce  agli schizzi di veleno delle chiacchiere da corridoio e a molte bolle di sapone. Certo, non è come bere un bicchiere d'acqua, ma posso inghiottire anche questo rospo. Purché, tuttavia, decida di dimenticare le promesse iridescenti, colme di belle immagini sul mio futuro, che sono state fatte a mio padre quando serviva. Non importa.

Ancora poche parole veloci, però, sul tema: soltanto per dire che gli ultimi arrivati sono innocenti del tutto, non possono nemmeno decifrare quei rapidi appunti che si trovano davanti. Sono specchi di virtù. Per ottenere la verità, occorre quindi lavorare molto in  modo da rendere produttiva la lettera di raccomandazione del presidente, altrimenti finiremo per diventare colpevoli noi che siamo innocenti.

Tu  capisci  dunque che non posso muovermi come  tu  desideri verso di te.  Saluti affettuosi dal tuo

                                                                                                                                             Alberto

 




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